Marzo 8, 2024

Oliver Cromwell

Politico e Militare di confessione calvinista, ostile alla Chiesa anglicana ed alla Chiesa cattolica, nacque ad Huntingdon nel Cambridgeshire il 25 aprile del 1599 e morì a Londra il 3 settembre del 1658 dopo aver contrastato la Monarchia inglese ed instaurato la Repubblica del Commonwealth e dopo aver governato Inghilterra e Scozia ed Irlanda come Lord Protettore.

Figlio dello Scudiero Robert e di Elizabeth Steward, studiò al Sidney Sussex College di Cambridge ma, forse per la morte del genitore, abbandonò gli studi prima di conseguire il diploma e, a margine di dubbi religiosi, si consegnò fanaticamente alla causa puritana.

Allo scoppio della guerra civile che insanguinò l’Inghilterra, iniziò una prestigiosa carriera militare arruolando e organizzando il celebre Reparto di Cavalleria Ironside, cruciale alla formazione del New Model Army ovvero Esercito di nuova concezione composto dagli Ironsides ovvero fianchi di ferro.

La vittoria nella battaglia di Marston Moor del 1644 gli valse una formidabile reputazione ed il ruolo di Leader dei Sostenitori del Parlamento e di Comandante supremo dell’Esercito ovvero delle The roundheads, o Teste rotonde che, inflitta una cocente sconfitta al Re Carlo I, posero fine al potere assoluto della Monarchia.

Le origini

Oliver Cromwell discendeva da Catherine Cromwell, Sorella maggiore di Thomas già Cancelliere di Enrico VIII: Ella aveva sposato Morgan ap Williams, figlio di William ap Yevan e Joan Tudor e insistenti erano sempre state le voci che Costei fosse figlia illegittima di Jasper Tudor, primo Duca di Bedford.

Malgrado fosse regolarmente sposata, Catherine mantenne per il figlio il proprio cognome e la linea di discendenza continuò con Richard; Henry e Robert Cromwell tra i cui Avi si annoverano parentele eccellenti con i Tudor, i Valois e i Wittelsbach, rispettivamente regnanti in Inghilterra, Francia e Baviera.

Il presunto Antenato per parte paterna di Oliver: Jasper Tudor, era il fratello di Edmund Primo Duca di Richmond e quindi zio del figlio di Costui: Enrico VII d’Inghilterra.

Si tratta, tuttavia, di elementi vaghi e verosimilmente destituiti di fondamento.

Di fatto, dopo avere rinunciato a seguire uno Zio emigrato in Virginia, Cromwell fu eletto al Parlamento come rappresentante della natia Huntingdon dal 1628 al 1629 e nel discorso di insediamento si espresse in direzione di un sostanziale mutamento democratico avvalorando tesi raccolte in un suo trattato riferito alla esigenza di "dare il voto a tutti gli uomini": convinzione in seguito revocata.

Nel corso del suo impegno istituzionale difese con vigore gli Abitanti della regione dei Fens, angariati dai Ricchi Terrieri locali.

Dopo avere sciolto il Parlamento Carlo I regnò per gli undici anni successivi, in un regime di ostilità diffusa per le tasse imposte autonomamente, imponendo una sua cattolicità al Protestantesimo inglese: quando, nel 1640 fu costretto dalla mancanza di fondi a riconvocare il Parlamento, Cromwell si oppose con estrema forza all'imposizione di nuove tasse esigendo che il Sovrano accettasse di governare congiuntamente alla Istituzione sia in ambito amministrativo che religioso.

La mancanza di accordo provocò la guerra civile fra Parlamentaristi e Realisti ed Egli, pertanto divenne il Leader più noto della fazione parlamentare.

Quando fu denunciato come Coautore di una congiura contro il Re e fu oggetto di un ordine di arresto: il 3 gennaio del 1642, la maggior parte dei suoi Sodali era già fuggita ed Egli riuscì a scongiurare la galera rivendicando le proprie prerogative parlamentari ed ammonendo il Re: con quell'atto si sarebbe spianata la via ad “una guerra fratricida".

Fu, nei fatti, Corresponsabile della detronizzazione e dell'esecuzione del Sovrano attraverso la professione di idee che connettevano Religione e Politica: era un acceso Puritano, fermamente persuaso che la salvezza eterna spettasse solo a Quanti si fossero conformati ai dettati della Bibbia. Ostile alla Chiesa romana, a suo avviso colpevole di negare il primato assoluto alle Scrittura in favore del primato del Papa e delle gerarchie ecclesiali, accusate di tirannia e persecuzioni dei Protestanti europei, si batté contro le riforme propugnate da Carlo I: l’investitura di Vescovi e l'introduzione di libri di preghiere in stile cattolico contrapposte allo studio dei sacri testi.

La convinzione di Oliver che il Cattolicesimo degenerasse nella persecuzione protestantica fu consolidata dalla ribellione irlandese del 1641, quando i Cattolici locali massacrarono Riformati inglesi e scozzesi: Egli fece di quegli eventi un’arma giusta a giustificare la spietata durezza con la quale condusse le campagne militari in Irlanda.

Durante la guerra civile, poi, entrò in contrasto anche con i Protestanti: sebbene fosse Alleato con i Quaccheri e con i Presbiteriani, ne disapprovò l’autoritarismo e si avvicinò alla consorteria indipendente proiettata verso un regime di garanzia della libertà religiosa.

Fu anche Seguace del Provvidenzialismo, ovvero la dottrina secondo cui Dio influenzava le vicende terrene attraverso "Eletti" e si persuase d’esserlo, interpretando le proprie vittorie militari come segno della divina approvazione.

Dopo le terrificanti Pasque Piemontesi che insanguinarono la Savoia col massacro dei Valdesi, accolse le richieste di aiuto degli Scampati ed in ambito diplomatico interessò Ginevra; i Cantoni protestanti ed il Cardinale Mazzarino, già Ministro di Luigi XIV perché concorressero al fermo del genocidio di una Comunità rappresentante “l'anello di congiunzione del Protestantesimo con l'età apostolica".

La notevole influenza di Cromwell come Comandante militare durante la guerra civile inglese fu cruciale: Egli reclutò un Reparto di Cavalleria che sfondò ogni resistenza in Anglia orientale e selezionò i propri Ufficiali in base al merito e non al censo, sostenendo di preferire “un capitano vestito da rozzo contadino… piuttosto che un cosiddetto gentiluomo che altro non è, appunto, che un gentiluomo".

Il concetto rese il New Model Army il punto di riferimento per alcuni movimenti politici radicali: i Levellers, i "Diggers" e i Fifth Monarchist.

Le vittorie ottenute sul campo intensificarono il suo peso politico, conferendogli autorevolezza e potere: nel 1646 il Re Carlo era di fatto prigioniero del Parlamento e Cromwell era l’Arbitro del futuro dell'Inghilterra.

Avrebbe, peraltro, concluso vittoriosamente le campagne di conquista dell'Irlanda e della Scozia esibendo talento militare e organizzazione delle linee di rifornimento.

Il Regicidio

I Parlamentari speravano in una soluzione di compromesso con Carlo I che, per contro, non intendeva accettare proposte in contrasto con la propria convinzione messianica: la seconda guerra civile inglese, nel 1648, indusse Cromwell alla certezza che non si sarebbe mai sceso a patti: il Sovrano fu arrestato e processato per alto tradimento.

Nel gennaio del 1649, quando i membri del Parlamento si riunirono a Whitehll per decidere se giustiziarlo, le truppe di Oliver fecero irruzione nell'aula e consentirono il voto solo a Chi si fosse espresso in favore dell’esecuzione dello Stuart.

La condanna a morte fu firmata da cinquantanove Parlamentari e Carlo fu decapitato il 30 gennaio, mentre Oliver lasciava l'Inghilterra per attaccare le residue roccaforti reali d’Irlanda e Scozia ove fu assai inviso e impopolare: in particolare per la brutale repressione delle forze realiste. Simbolo della sua spietatezza fu l’assedio di Drogheda del settembre del 1649, quando alla resa della città, fece massacrare circa quattromila Persone fra cui quasi tremila Soldati fedeli al Trono, molti Civili e Sacerdoti cattolici.

In realtà, Cromwell considerò gli Irlandesi come Nemici personali, fino a giustificare gli orrori di Drogheda come “Il solenne giudizio divino contro questi vili barbari, che si sono macchiati le mani di sangue innocente"

Si vuole che avesse anche profanato e trasformato in stalle molte chiese, a partire dalla cattedrale di Kilkenny, e che avesse autorizzato l’orrendo eccidio di Wexford facendo uccidere pur nel corso delle trattative di resa duemila Persone.

Egli stesso affermò di aver agito solo contro coloro che si opponevano armati alle truppe di occupazione e che le atrocità commesse: deportazioni di massa, uccisioni e riduzione in schiavitù anche nell'isola di Barbados, furono commesse da Subordinati.

Sull'isola tutte le terre di proprietà dei Cattolici furono confiscate con l'Act for the Settlement of Ireland 1652; la professione di fede fu cattolica messa fuori legge; furono poste taglie sul Clero romano.

Ciò malgrado, la stragrande maggioranza degli Irlandesi mantenne il proprio culto e in Ulster nel solo 1641 furono assassinate circa quattromila Parsone, benché si assuma che le Vittime consistessero del numero di centottantamila.

Non diverso trattamento fu riservato alla Scozia: Cromwell la invase fra il 1650 e il 1651, dopo che gli Scozzesi avevano incoronato Re d'Inghilterra Carlo II con l’intento di restaurare la Monarchia.

Il suo rigore fu comunque contenuto dalla circostanza che gli Scozzesi erano in maggioranza Presbiteriani che Egli definiva “Popolo di Dio, sebbene ingannati" ad ai quali inflisse la cocente sconfitta di Dunbar e di Worchester prima di occupare l’intero Paese: migliaia di Prigionieri morirono di stenti; Altri furono deportati nella colonia penale di Barbados e i suoi Uomini, comandati da tal George Monck, misero a sacco Dundee con ferocia pari alla strage di Drogheda.

Da allora la Scozia ricadde sotto il dominio inglese con una linea di fortificazioni che separava le Highland dal resto del territorio e la professione di fede presbiteriana fu consentita; ma la sua "Kirk": nome con cui si indica la Chiesa scozzese, non ebbe mai più l'appoggio dei tribunali civili nell'imporre le proprie leggi.

Sia in Irlanda sia in Scozia Cromwell fu ricordato come un Uomo spietato e privo di scrupoli.

La Politica

Abolita la Monarchia, fra il 1649 ed il 1653 l’Inghilterra adottò l’edificio repubblicano e le sue isole furono dette Commonwelth of England.

Cromwell governò da Dittatore ed i suoi atti furono indicati come “avventati e tirannici".

Represse spietatamente gli ammutinamenti causati dalla mancanza di pagamento del salario alle truppe ed esibì sprezzante ostilità per il movimento egualitarista dei Levellers, il cui programma politico era stato esposto durante i cosiddetti Putney debates  antecedenti alla fuga del Re.

In realtà Egli non fu in grado di gestire una vera e propria Democrazia né di istituire una Repubblica stabile: le fazioni parlamentari avviarono contrapposizioni che lo indussero ad adottare la medesima procedura imputata allo Stuart: scioglimento del Parlamento nel 1653 ed assunzione del controllo diretto del Paese con poteri dittatoriali garantiti dall’Esercito.

Parimenti poco avveduto fu in Politica estera, provocando la prima guerra contro la Repubblica delle Sette Province Unite dei Paesi Bassi, vinta dall’Ammiraglio Robert Blake nel 1654.

L’anno successivo volse l’attenzione a Francia e Spagna tentando di profittare del loro conflitto e, ancorché convinto che la volontà di Dio fosse il trionfo protestantico, perseguì una politica pragmatica alleandosi con la Prima contro la Seconda: entrambe cattoliche.

Dichiarando guerra alla Spagna, Egli contava sul ritorno all’opportunismo mercantile perseguito da Elisabetta I e abbandonata dagli Stuart.

Il sodalizio con la Francia di Mazzarino valse il porto di Dunkerque e la Giamaica, strappata agli Spagnoli dalla Armata navale inglese guidata da sir William Penn; tuttavia, i successi esteri non alleviarono il deterioramento della situazione inglese interna: “… i commercianti si rifiutavano di pagare i dazî, i giuristi contrastavano la legalità dei decreti di Cromwell, i realisti si sollevavano; il suo governo era costretto a trasformarsi in una tirannia militare, sempre più gravosa…”; l’Inghilterra era nel caos.

Nel 1656 l'avvocato William Sheppard su sua richiesta pubblicò un programma di riforma delle leggi col nome di England’s balme: si attentò allora alla vita di Cromwell.

Per prevenire il peggio, il ricostituito Parlamento gli offrì la corona ponendolo con le spalle al muro quale Artefice dell’annientamento della Monarchia.

Egli respinse l'offerta ma accettò di essere insignito del titolo di Lord Protettore, stando seduto nell'abbazia di Westminster sul trono che era stato dello Stuart: in realtà fu una autentica incoronazione a tutti gli effetti, che lo indusse a nominare Successore il proprio figlio Richard e fece promulgare in quella sede una nuova Costituzione dalla quale attingeva il diritto di attribuire titoli nobiliari.

La Morte

Cromwell soffriva di malaria e di infezioni renali: colpito da una riacutizzazione della malattia e visitato da un Medico veneziano Ospite a Corte, morì cinquantanovenne il 3 settembre del 1658. Il suo corpo fu imbalsamato ed esposto all'omaggio della Gente ornato dei simboli regali. Fu poi inumato nell’abbazia di Westminster.

Due anni più tardi, il Parlamento restaurò la Monarchia incoronando Carlo II per la inadeguatezza di Richard Cromwell, che fu dimesso ed esiliato.

Il 30 gennaio del 1661 nell'anniversario dell'esecuzione di Carlo I, il cadavere di Oliver fu riesumato e assieme alle salme di Robert Blake, John Bradshaw ed Henry Ireton sottoposto

al rituale Hanged, drawn and quartered ovvero esecuzione postuma al termine della quale fu gettato in una fossa comune a Tyburn ad esclusione della testa che fu infilata su un palo ed esposta avanti a Westminster fino al 1685.

In seguito fu sepolto nel cimitero del Sidney Sussex College, a Cambridge.

Malgrado il discredito che ha accompagnato la sua memoria e la reputazione di Traditore di cui gode in Irlanda, è ancora considerato un ragguardevole Personaggio in Inghilterra ove la sua statua campeggia di fronte al palazzo di Westminster.

E’, per contro, stimato negli ambienti protestanti e nella regione del Cambridgeshire ove è ricordato come Il signore dei Fens.

Ispirò comunque nel 1827 il Cromwell: dramma in cinque atti in versi, composto da Victor Hugo e, nel 1835, l’opera in tre atti I Puritani di Vincenzo Bellini.

Bibliografia

R. Newbury: Oliver Cromwell,

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