Marzo 8, 2024

Mongoli

Nomadi, abitarono la Mongolia, situata nell’Asia orientale a Sud/Ovest della Manciuria e furono caratterizzati dal colorito giallastro; dai capelli scuri e folti; da statura inferiore al metro e settanta; da corporatura in grado di adeguarsi indifferentemente al freddo e al caldo.

Erano noti già ai Cinesi della dinastia Tang col nome di Meng-ku e negli annali Chin erano raccontati come estremamente bellicosi.

Furono detti anche Tatari o Tartari, poiché prima che si rendessero egemoni, erano la più importante tribù delle steppe: l’immenso territorio compreso tra la Grande Muraglia ed gli imponenti fiumi siberiani ne ospitava gruppi spesso in lotta tra loro e comunque problematici per l’Impero cinese e per gli Stati europei orientali, come i Principati di Novgorod e Kiev.

Tra essi, venuti in contatto con l'Europa dall'VIII secolo, spiccarono i Khazari poi convertiti al Giudaismo; i Peceneghi, annientati dai Bizantini nel 1122; i Cumani e le Genti dell’Impero del Qara-Khitai, a Sud del lago Balkash, e fu Kabul Khan del clan dei Borjigin, aggiogando tutte le tribù mongole, a dar vita al grande edificio statuale inizialmente Vassallo della dinastia Chin ed in seguito ad essa ostile.

Sotto il khanato di Kutula, nel 1143, Essi attaccarono ancora la Cina ma dopo alcuni successi furono frantumati da dissidi e, pertanto, sconfitti nel 1161 conseguendone la sovranità dinastica cinese su tutta l’area, fino ai territori delle tribù occidentali dei Keraiti.

Il padre di Gengis: Yesugei Bagatur del clan Kiyat-Borjigin, tentò di restaurare il potere mongolo ma fu assassinato prima di essere eletto Khan.

Gengis Khan e l'Impero

Le contrapposizioni competitive consentirono ai Cinesi ed agli Europei di tenere sotto controllo queste Popolazioni ma, nel XIII secolo, esse decisero di unirsi e di darsi un Capo indicandolo in Gengis Khan, nato tra il 1155 ed il 1167 col nome di Temujin; figlio del Cap di una tribù stanziale nell'alto corso dell'Onon; Sposo della figlia del Khan della Gente turco/mongola keraita, cristianizzata dai Nestoriani.

Fino al 1206 i Mongoli non avevano un Re: quando …Genghiz fu proclamato Khan alcuni anni prima nel 1203 egli non era stato investito di alcun potere legale, ma era soltanto il condottiero di una piccola banda di avventurieri. I suoi seguaci giurarono di obbedirgli in guerra, ma in pace semplicemente di astenersi dall'intralciarlo negli affari… Tuttavia, nel 1206 disponeva del controllo di tutto il territorio del Gobi e, durante una dieta tribale o Kuriltai, celebrata alle sorgenti dell'Onon, fu eletto Gran Khan ovvero Khan di tutti i Mongoli ovvero Signore universale.

Da quel momento, Egli prese a conquistare Genti organizzandole su un modulo politico /militare assai gerarchizzato e fondato sulla mobilità: ogni Ulus, o gruppo, era autonomo ma tutti erano sottomessi alla famiglia imperiale ovvero al Casato della Stirpe aurea, sacro poiché mitologicamente derivato dal Dio supremo del cielo Tengri.

Tutti i Khan pertanto dovevano fedeltà e rispetto al Grande Khan che li sorvegliava attraverso un efficace quanto efficiente sistema di Corrieri.

Gengis fu un genio in campo militare: la sua formidabile tattica consisteva nell’attacco silenzioso delle sue Armate che, forti di Arcieri a cavallo e divise dalla solo diversità di colore delle bandiere, effettuavano complesse manovre simmetriche e ben coordinate ingenerando terrore diffuso negli Avversari.

Sostenne questo naturale talento con calcolata ferocia nel punire i Nemici o con considerevole prodigalità verso gli Alleati: la fama di inflessibile e invincibile fu un'ottima arma di propaganda, deducendosene che non sottomettersi poteva equivalere ad uno sterminio.

Forte della sua reputazione, nel 1211 guardò alla Cina.

Parallelamente prendeva il regno turco-iranico della Corasmia; Samarcanda e Bukhara puntando a Nord; occupando la Grande Bulgaria e deportandone la Popolazione.

Nel 1227 Gengis morì lasciando un Impero che impegnava la Siberia, il Kashmir, il Tibet, l’area del Caspio e i territori bagnati dal Mar del Giappone e, malgrado gli eccidi e le distruzioni delle citta, un edificio solido e pacifico: abitato da Gruppi diversi per stirpe, lingua e religione, ma in grado di coesistere sotto l'equa e inflessibile Pax mongolica.

Dopo Gengis

Alla morte del grande Khan i Capi dei clan si riunirono in un kuriltai a Karakorum per scegliere all'interno della famiglia imperiale il Successore che fu indicato nel figlio di Gengis: Ögödei.

Egli riprese il programma di espansione e si dette al completamento della conquista della Cina settentrionale e della Persia, mentre suo cugino Batu conduceva una campagna contro l'Europa raggiungendo, nel 1238, i Ducati russi confederati cui fin dal 1222 era ben nota la ferocia delle orde tartare.

Quando nel 1240 cadde Kiev, la Cristianità tremò: ignorando lingua e tradizioni mongole, coltivò il terrore per il loro brutale aspetto, narrato dagli Annali di Novgorod.

In Molti, ritennero che Essi fossero espressivi del castigo di Dio collegandoli al mito delle Popolazioni bibliche infernali di Gog e Magog, quali messaggeri dell'Anticristo.

Nel 1241 gli Uomini di Batu Khan occuparono il territorio tra il Volga e il Mar Nero, futuro nucleo dell'Impero dell’Orda d’Oro, e puntarono ad Ovest attaccando la Polonia; la Boemia e l’Ungheria.

Il loro furore fu terrificante e neppure la prestigiosa Cavalleria dei Cavalieri Teutonici fu argine sufficiente a contenerlo: Essi furono annientati a Liegnitz.

Fu Federico II di Hohenstaufen ad appellarsi a tutti i Sovrani europei per una ampia coalizione difensiva ma imprevedibilmente fu Batu stesso ad abbandonare l’Europa per la morte di Ögödei e l’esigenza di partecipare ad un nuovo kuryltai.

Nel 1241 fu eletto Gran Khan Güyük che preferì dedicarsi all’aggiogamento della Cina nella quale avvenne il tracollo della dinastia Sung nel 1249 e fu instaurata la prima dinastia non autoctona: quella mongola degli Yuan, il cui primo Imperatore fu Khubilai che mantenne il ruolo di Gran Khan.

Nella seconda metà del XIII secolo l’edificio statuale mongolo si divise in quattro realtà che, pur riconoscendo la sua suprema autorità, ebbero autonomia: Stato cinese con capitale a Pechino, che durò fino al 1368 quando ascesero al potere i Ming; il Khanato dell’Orda d’Oro nel Sud russo; il Khanato Chagatai tra il Lago Aral, il Tibet e la Cina; il Khanato di Persia costituito dopo la sconfitta dell'ultimo Califfo abbaside e la presa di Baghdad del 1258.

Gli Storici stimano che le invasioni mongole provocarono molte decine di milioni di morti.

L’Asia

In Europa i Mongoli ispirarono una serie di leggende: a parere di Molti, l’avanzata di Batu Khan verso il Danubio e il Reno rivelava l’intento di riappropriarsi delle reliquie dei loro Avi, ovvero i Re Magi, conservate a Colonia. Si tese, pertanto, alla speranza di sfruttare fragili e presunte condivisioni della fede cristiana e Innocenzo IV, pur sollecitando una crociata, non escluse soluzioni diplomatiche contando sul credito che questo Popolo attribuiva ai Nestoriani. Pertanto furono valutate due ipotesi: una via Persia ed una via Russia e le steppe asiatiche, incaricandone Francescani e Domenicani che raccolsero le proprie esperienze in diari come la Historia Mongalorum del Frate Giovanni da Pian del Carmine.

Analogo interesse per i Mongoli manifestò Luigi IX, contando di ottenerne aiuto contro i Musulmani nella crociata del 1248: Egli inviò i due Francescani Guglielmo di Rubruck e Bartolomeo da Cremona al Gran Khan.

Essi mossero da Acri nel 1253 e tornarono dopo tre anni con lettere del Möngke Khan che mostrò attenzione per i Legati.

Motivi commerciali stimolarono anche i Veneziani: nel 1260 i Mercanti Matteo e Niccolò Polo partirono da Costantinopoli; raggiunsero Bukhara e si trattennero un anno nella residenza estiva del Khubilai Khan sviluppando relazioni amicali.

Nel 1271 un secondo viaggio li trattenne più a lungo. Con Essi c’era anche il figlio di Niccolò: quel Marco Polo che, restato in Cina al servizio del Gran Khan fino al 1292, raccolse le proprie esperienze ne Il Milione.

Il ponte fra Mongoli ed Europa fu percorso anche da Missionari: nel 1285 Onorio IV ricevette una lettera del Khan di Persia Arghun che proponeva un attacco congiunto contro il comune Nemico mamelucco. Benché buddista, Egli era in buoni rapporti col nestoriano Mar Yahballah ma le sue richieste giunsero in una fase critica, ovvero a ridosso dei Vespri siciliani; della caduta di San Giovanni d’Acri e del suo stesso decesso.

Alla fine del XIII secolo l’Orda d’Oro ed il Khanato persiani aderirono all’Islam.

Il Missionario Giovanni da Montecorvino, allora, ipotizzò un’alleanza col Gran Khan cinese e nel 1294 fondò il primo Vescovado latino rendendo possibile, ad inizio del ‘300, a molti Francescani di insediarsi in Cina e di raccogliere le proprie conoscenze nel Codex Cumanicus e nella Relatio orientalium partium.

Nel 1368 la dinastia mongola degli Yuan in Cina cadde e tutti i loro Amici Occidentali furono banditi: se la via di terra verso l'Estremo Oriente fu inibita agli Europei, restò la via del mare e lo stesso Cristoforo Colombo alla fine del ‘400 sperò di raggiungere il Gran Khan.

Tamerlano

Mentre il Khanato dell'Orda d'Oro rendeva Vassalli i Principi russi di Mosca, il Khanato persiano fu indebolito da Arabi; Turchi; Persiani e Georgiani.

Nel 1336 in un villaggio contiguo a Samarcanda e in una Ulus karaunas, ovvero Mezzosangue, nacque Timur lo zoppo noto come Tamerlano.

Era figlio del Capo di Genti mongole e musulmane turchizzate.

Egli sfruttò le contrapposizioni tra Gruppi e la debolezza dei Khan e conquistò nel 1369 la Transoxiana assumendo, in una manciata di mesi, il titolo di Grande Emiro.

Per effetto delle nozze con la Principessa Saray Malik Katu, discendente di Gengis Khan, divenne, pertanto, kürgen ovvero Genero imperiale; scelse Samarcanda come capitale ritenendola nodo tra mondo greco e indiano, cruciale alla Via della Seta; istituzionalizzò i Kuryltai per legittimare il proprio governo; rese l’area posta sotto il proprio controllo un centro di enorme densità culturale e artistica e in tre decenni condusse spietate campagne militari: all'inizio del XV secolo capeggiava un Impero che circoscriveva dal Mar Caspio al Caucaso e al lago Aral anche tutto il territorio tra il Syr-Daria e l’Indo.

Solo gli Ottomani gli resistettero mentre gli Occidentali, malgrado Egli fosse islamico, contarono su una nuova Pax mongolica che avrebbe sostenuto i commerci: il Principe bizantino Giovanni, costretto al tributo ai Turchi, si accordò col Podestà genovese di Galata e gli inviò Legati per proporgli di versarlo a lui, in cambio di un sodalizio in funzione antiottomana e un'Ambasceria di Domenicani avanzò la medesima richiesta per i Francesi.

Tamerlano accettò sperando anche di ottenere attraverso Venezia e Genova la Flotta di cui non disponeva e nel 1402 i Mongoli attaccarono ed annientarono i Turchi ad Ankara.

Egli divenne padrone dell'Anatolia ma non accettò ruoli di subalternità: rivendicando la discendenza da Gengis Khan e mirando a restaurare l’Impero mongolo irruppe su Smirne e sugli Ospitalieri di Rodi, aggiogando i centri di Focea e Chio.

Gli Europei ne furono disorientati ed Enrico III di Castiglia inviò diverse Ambascerie ma Tamerlano morì nel 1405 ed il suo formidabile ed immenso Impero fu frammentato da Potentati in conflitto e dall'avanzata ottomana su Bisanzio.

Alla fine, la sola traccia delle invasioni mongoliche del XIII e XIV secolo in Europa restò il Khanato dell’Orda d’Oro il cui nome era mutuato dalla Dinastia d'Oro di Batu, con capitale a Saraj sul Volga: nella sua fase più decisa assoggettò i territori dalla Finlandia al Mar Nero, costringendo a tributi anche i Principi di Mosca.

L'impero tracollò durante l'espansione di Tamerlano e sotto l’onda di piena della riscossa russa di Ivan III il Grande: alla fine del XIV secolo anche i khanati sparirono gradualmente.

Bibliografia

F. Cardini /M. Montesano: Storia medievale

M. Bernardini /D. Guida: I Mongoli

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