Marzo 8, 2024

Isabella di Baviera-Ingolstadt

Estratta dalla casata dei Wittelsbach; nota anche come Isabeau; figlia di Stefano III di Baviera e di Taddea Visconti; nata forse a Monaco verso il 1370 e morta il 24 settembre del 1435, fu Regina di Francia dal 1385 al 1422 come moglie di Carlo VI di Valois, sposato il 17 luglio del 1385 a soli tre giorni dall’averlo conosciuto.

Esiliata più volte, nel 1408 si stabilì a Vincennes ove intrattenne una relazione sentimentale col Gentiluomo Louis di Bois- Bourbon, poi ghigliottinato.

In esito a tale circostanza, il Connestabile d’Armagnac ed il Delfino la esiliarono a Tours ed Ella, decisa a vendicarsi, si alleò con i Borgognoni organizzando un governo personale a Troyes e poi a Parigi, dopo il massacro armagnacco compiuto dalla fazione avversa.

L’assassinio del Duca di Borgogna Giovanni senza paura nel 1419 la indusse a sodalizzare con Filippo il Buono e con gli Inglesi.

Le va comunque attribuita la parte sostanziale del Trattato di Troyes del 20 maggio del 1420, per effetto del quale sua figlia Caterina avrebbe sposato Enrico V d’Inghilterra perché governasse la Francia, escludendo il Delfino Carlo dalla linea successoria.

Il negoziato non fu rispettato e, morti il Re inglese e Carlo VI rispettivamente il 31 agosto del 1422 e il 21 ottobre successivo, abbandonata dal Borgognone e invisa ai Francesi Isabella trascorse il resto della vita in povertà nel palazzo di Saint- Pol.

Il figlio Carlo VII la fece inumare senza solennità alcuna a Saint- Denis, malgrado il suo primo ingresso a Parigi e la sua incoronazione avessero goduto di una grandiosità epocale.

Fu una Regina infelice: il Coniuge fu portatore di una malattia mentale permanente e progressiva, con conseguente e sistematica sospensione delle funzioni istituzionali e i suoi frequenti squilibri divisero la Corte in laceranti fazioni.

Divenuta Reggente del Marito e dell'Erede al trono, ella dovette destreggiarsi fra il Cognato Luigi d’Orléans e i Duchi di Borgogna nel perdurare della guerra civile fra Armagnacchi e Borgognoni, perseguendo il complesso impegno di conservare il potere per il figlio e cambiando più volte alleanze: quando si schierò con i Primi, fu accusata di intrattenere un rapporto adulterino col fratello del Re; quando passò dalla parte dei Secondi fu arrestata e deportata a Tours.

Nel 1407 su mandato di Giovanni di Borgogna il Duca Luigi fu assassinato e si registrarono durissime tensioni fra le Parti; nel 1419 il Delfino Carlo, colpevole d’aver fatto a sua volta uccidere il Borgognone, fu diseredato.

Isabella fu consegnata alla Storia come malvagia; lussuriosa; Regista di intrighi ma fu, in realtà, Vittima di pregiudizi xenofobi e misogini.

Le vita

Fu battezzata nella chiesa romanica di Nostra Signora a Monaco col nome di Elisabetta, in onore della omonima Santa ungherese.

Le notizie sui suoi primi anni sono, tuttavia, esigue: si sa che fu educata ed istruita in casa nella lingua latina; si sa che a soli undici anni restò orfana della Madre; si sa, altresì, che a quindici anni il padre la destinò Sposa ad un Principe tedesco di lignaggio inferiore sicché, quando il Reggente del trono di Francia Filippo l’Ardito ne chiese la mano per Carlo VI ne furono tutti felicemente sorpresi: prima di morire Carlo V aveva, infatti, espresso il desiderio che il figlio sposasse una Nobildonna tedesca nella convinzione che la Francia potesse vincere la Guerra dei Cent’Anni, se l’Aristocrazia germanica avesse condiviso il conflitto contro l’Inghilterra.

Evran von Wildenberg scrisse nella Chronik …und der fürstliche Stamm der Durchlauchtigen Fürsten und Herren Pfalzgrafen bey Rhein und Herzoge in Baiern … (Elisabetta sposò il potente re Carlo di Francia, perché in quel momento, la Francia era molto ricca. Questo matrimonio fu anche un grande onore…)

Stefano III fu comunque prudente: non apprezzava alcune pratiche francesi ed in particolare che, prima del matrimonio, la Sposa dovesse spogliarsi davanti alle Dame di Corte per essere esaminata circa le capacità di procreare.

Su suggerimento dello zio Federico di Baviera, pertanto, incontrò nelle Fiandre i Delegati di quel trono nell'ottica della riconquista dei territori fiamminghi occupati dagli Inglesi e, nel settembre del 1383 seppur restio, accettò il fidanzamento della ormai diciassettenne figlia col Coetaneo Carlo VI, incaricando il Parente di anticipare il denaro della dote e di definire le clausole contrattuali.

Le nozze furono precedute da un’autentica parata e Stefano inviò Isabella con lo zio verso la Francia, col pretesto di un pellegrinaggio ad Amiens per onorare le reliquie di San Giovanni Battista.

Il corteo attraversò il Brabante, governato dal ramo cadetto dei Wittelsbach: il Conte locale Alberto incontrò la futura Sposa a Gennegau; dette in suo onore un sontuoso ricevimento a Bruxelles e sua moglie Margherita di Brieg la istruì sull’etichetta e sulla moda francese.

Carlo, che giungeva da Parigi per incontrarla, giunse ad Amiens il 6 luglio e, a parere del suo Valletto La Riviere, era assai emozionato: Ella, ignara del reale scopo del viaggio, arrivò il 14 e fu presentata al Re.

Fu per entrambi un coup de foudre!

Il 17 luglio del 1385 nella stessa località fu officiato il matrimonio dal Primate Jean de Roland e di lì a qualche settimana fu coniata una medaglia raffigurante due Amorini con le torce in mano, simboleggianti il fuoco dell'amore coniugale.

Il giorno successivo alle nozze Carlo lasciò Isabella per unirsi alle truppe che avevano combattuto contro gli Inglesi e conquistato il porto di Damme.

Nel frattempo Ella visitò la cattedrale cui donò un grande vassoio in argento decorato con pietre preziose e si trattenne ad Amiens fino a Natale, sotto la tutela di Bianca vedova di Filippo d’Orléans per essere formata nella lingua e nella storia del Paese di adozione.

La Coppia si ritrovò a Parigi, ove Ella fu accompagnata nella dimora reale dell'Hotel Saint-Paul, già residenza della Suocera Giovanna di Borbone.

In quei giorni fu resa nota la sua prima gravidanza e la sua partecipazione, ad inizio dell'anno nuovo, alle nozze della Cognata Caterina maritata ad otto anni a Giovanni II di Berry.

I Reali fissarono sede permanente nel palazzo di Beauté-sur-Marne.

Carlo, che stava preparando l'invasione dell'Inghilterra, si avviò con l’Esercito verso la costa della Manica mentre Isabella metteva al mondo il primogenito Carlo.

Era il 26 settembre del 1386: i festeggiamenti per la nascita del Delfino furono imponenti e gli fu Padrino di battesimo il Conte Carlo de Dammartin.

In dicembre, però, il Neonato si spense.

Per consolare la affranta Regina, il Re organizzò feste sfarzose mentre suo fratello Luigi d’Orléans si fidanzava, il 7 gennaio del 1387, con Valentina figlia di Giangaleazzo Visconti.

In luglio la Coppia si trasferì a Senlis e trascorse l’agosto a Chartres, ove in suo onore fu organizzato un concerto d'organo: meno di un anno più tardi, veniva resa nota la seconda gravidanza: Isabella restò nel castello parigino di Saint-Ouen e Carlo si dette a battute di caccia a Gisors.

Il 14 giugno del 1388 nacque Giovanna, che morì a due anni.

Il 1º maggio del 1389 i Reali parteciparono a una solenne cerimonia di iniziazione al Cavalierato dei Cugini Luigi e Carlo d'Anjou.

I festeggiamenti durarono sei giorni e Michel Pintoin scrisse nella sua cronaca …Come si è saputo per certo, l'intrattenimento ha provocato la disgrazia di un adulterio, che poi ha portato a un sacco di guai

Il Cronista non fece il nome degli Amanti, ma si è inclini a credere che si trattasse di Isabella e del Cognato Luigi, che godeva di pessima reputazione; che era considerato vizioso e dissoluto e che, come scrisse con disprezzo Thomas Basin, … andava nitrendo come un cavallo intorno alle belle donne

L’accusa, tuttavia, potrebbe essere infondata: la Regina era di nuovo incinta e si ipotizza che l’Adultera fosse Margherita di Baviera, moglie del Duca Giovanni senza paura.

Carlo

Carlo VI di Valois, detto le Bien-Aimé ma anche le Fou, Figlio di Carlo V e di Giovanna di Borbone, nacque a Parigi il 3 dicembre del 1368 e vi si spense il 21 ottobre del 1422: fu Re dal 1380 al 1422 ereditando la tiara ad undici anni, nel perdurare della Guerra dei Cent’Anni.

All’atto della nascita ebbe in appannaggio dal padre il Delfinato divenendo il primo a fregiarsi del titolo di Delfino.

La reggenza, stante la sua minorità, fu esercitata dagli zii Duchi Filippo II di Borgogna; Giovanni di Berry; Luigi I d’Anjou e Luigi II di Borbone che, malgrado la maggiore età si conseguisse a quattordici anni, mantennero il potere fino al raggiungimento del suo ventunesimo anno.

Al tempo le risorse finanziarie del Regno avvedutamente costruite da Carlo V furono dilapidate dai Duchi che rifornirono la tesoreria reale con nuove tasse, causando rivolte.

Nel 1388 Carlo VI li licenziò e reinsediò gli ex Consiglieri paterni noti come Marmouset incassando l’affetto del Popolo. Accadde, però, che nell'agosto del 1392, durante un viaggio verso la Bretagna, nella foresta di Le Mans fosse colpito da un improvviso attacco di follia ed uccidesse quattro Cavalieri alla presenza del sopravvissuto fratello Luigi d’Orléans.

Da quel momento alternò momenti di estrema lucidità a crisi sempre più frequenti: aveva allucinazioni; credeva di essere fatto di vetro; attaccava i Servi; negava di conoscere le moglie e i figli: schizofrenia paranoide!

Il primo segno di squilibrio era emerso già nel 1389, quando aveva fatto riesumare il corpo del generale Bertrand du Guesclin, morto nove anni prima, perché fosse sepolto con i meritati onori.

Quel drammatico mattino, un Paggio lasciò accidentalmente cadere la sua lancia: Carlo sguainò la spada e gridò che si voleva disarmarlo e consegnarlo al Nemico. Così spronò il cavallo e prese a roteare la spada uccidendo i suoi uomini, finché il Ciambellano afferrò la cavalcatura e lo disarcionò causandogli un trauma cranico ed un conseguente stato di coma durato quattro giorni.

Lo zio Filippo di Borgogna assunse la reggenza sul posto e licenziò i Consiglieri del nipote spianando la via a quella ostilità che contrappose il Trono ai Duchi di Borgogna per i successivi ottantacinque anni.

Una ulteriore crisi nel 1393 evidenziò che il Sovrano, dimentico anche del suo nome ed ignaro di essere Re, fuggì terrorizzato dalla moglie; non riconobbe i figli e vagasse per il palazzo ululando; si rifiutasse di lavarsi e fosse preda di continue allucinazione.

Essendo manifestamente incapace di governare, il potere fu assunto dai Principi di sangue ed una spietata lotta contrappose il fratello di Carlo e Duca Luigi d'Orléans ed il cugino Duca di Borgogna Giovanni senza Paura.

Quando Costui istigò l'assassinio dell’Altro, nel novembre del 1407, il conflitto degenerò in guerra civile tra Armagnacchi, Partigiani dei Valois, e Borgognoni.

Giovanni offrì vaste aree francesi ad Enrico V d’Inghilterra, che era ancora in conflitto la monarchia Valois, in cambio di un appoggio militare e, in seguito all'assassinio di Luigi, attraverso il proprio figlio Filippo il Buono indusse Carlo VI alla firma del Trattato di Troyes del 1420, per effetto del quale diseredava la propria prole; dichiarava il proprio figlio omonimo bastardo; combinava le nozze della figlia Caterina con Enrico V d’Inghilterra che veniva dichiaratome legittimo erede al trono francese; ma quando il Sovrano si spense, la successione fu rivendicata da Carlo VII che dovette fronteggiare l’ultima fase della Guerra dei Cent'anni.

Per ironia della sorte, Caterina di Valois trasmise la malattia mentale paterna al figlio Enrico V e la sua impossibilità a governare favorì lo scoppio della Guerra delle due Rose.

La pazzia di Carlo

Il 22 agosto del 1389, quando era al sesto mese di gravidanza, in baldacchino e scortata dalla Cognata Valentina Visconti, Isabella sfilò in una Parigi sontuosamente decorata anche da fontane sprizzanti vino: una fanciulla simboleggiante la Madonna con in braccio il Bambino Gesù la accolse e alcune Creature vestite da Angeli scesero da un arco con una macchina teatrale, ponendole in testa una corona d'oro.

Più tardi Ella partecipò alla messa nella cattedrale di Notre-Dame e donò la tiara alla Vergine, indossandone una di maggior pregio.

Il giorno successivo, fu solennemente incoronata nella Sainte-Chapelle.

In novembre nacque la piccola Isabella.

Negli anni successivi la Regina accompagnò il Coniuge nel Sud francese e si recò in visita all'abbazia cistercense di Maubuisson e poi a Melun, ove partorì Giovanna.

E il peggio era in agguato: il 5 agosto del 1392, mentre attraversava la foresta di Le Mans alla testa del suo Esercito per inseguire Pierre de Craon, che aveva attentato alla vita del Connestabile di Francia, d’improvviso Carlo VI uccise quattro dei suoi Uomini finché, disarcionato dal Ciambellano, cadde riportando un trauma cranico che lo tenne in coma per quattro giorni.

La sua condotta fu interpretata come segno di punizione divina per la presunta inclinazione alla stregoneria: in realtà era il primo sintomo di quella schizofrenia paranoide che lo accompagnò fino alla morte.

Condotto in città, fu affidato alle cure dello stimatissimo Medico Guillaume de Harsigny; riprese conoscenza e sembrò che avesse recuperato la salute manifestando solo una sistematica irritabilità, preoccupante per la moglie ventiduenne che, nel gennaio del 1393, organizzò una festa per il terzo matrimonio della sua dama di compagnia tedesca Caterina de Fastaverin.

Nell’occasione, un membro della Corte suggerì al Sovrano di unirsi ad un gruppo di Cortigiani mascherati da Selvaggi ma, durante le danze, la scintilla emessa da una torcia tenuta dal Duca d'Orléans bruciò il costume di un Ballerino e seminò il panico: quattro Danzatori arsero vivi e il ballo passò alla Storia come Le bal des Ardents.

La tragedia incrinò la fiducia nell’equilibrio del Re: i Sudditi videro in quell’evento la prova della decadenza della Corte e minacciarono una sollevazione.

La corale indignazione lo costrinse, col Duca d'Orléans accusato di volontà regicida e di sortilegi, ad una pubblica penitenza; ma, nel successivo giugno, Carlo subì un secondo attacco di pazzia che impegnò per sei mesi tutti i Membri del Consiglio esponendo impietosamente una situazione patologica ormai incontrollabile: nel corso delle fasi più acute, Egli non era in grado di riconoscere neppure la Moglie, accusata di averlo abbandonato per trasferirsi all'Hôtel Barbette dove non aveva …paura di essere picchiata a sangue… .

E, poiché egli esibiva intolleranza per lei, si ritenne opportuno fornirgli un’Amante: Odette de Champdivers, figlia di un Maître de écuries e soprannominata la piccola regina per la sua spiccata somiglianza con Isabella; tuttavia, negli sprazzi di lucidità Egli manteneva rapporti coniugali e nel 1407 fu annunciata una nuova maternità.

La Sovrana partorì dodici figli, ma la paternità di alcuni di essi, a partire dal quarto, fu sempre dubitata.

Fra il 1392 ed il 1393 erano nati il secondo Delfino Carlo e Maria, destinata alla vita monastica per un voto fatto dalla madre nella speranza di recupero della salute del Re.

Quando i Medici si dichiararono impotenti, Ella si affidò anche a Ciarlatani; emise un'ordinanza per eseguire processioni religiose ed espulse gli Ebrei dai domini reali.

Nell’ultimo decennio del secolo, Carlo VI la designò formalmente principale custode del Delfino fino al raggiungimento dei suoi tredici anni; la nominò Cotutrice dei figli con posizione condivisa con i Duchi della famiglia e col Cognato Ludovico di Baviera e assegnò al Duca di Orléans la piena reggenza.

La vita di Isabella

Fu battezzata nella chiesa romanica di Nostra Signora a Monaco col nome di Elisabetta, in onore della omonima Santa ungherese.

Le notizie sui suoi primi anni sono, tuttavia, esigue: si sa che fu educata ed istruita in casa nella lingua latina; che a soli undici anni restò orfana della Madre; che a quindici anni il padre la destinò Sposa ad un Principe tedesco di lignaggio inferiore sicché, quando il Reggente del trono di Francia Filippo l’Ardito ne chiese la mano per Carlo VI ne furono tutti felicemente sorpresi: prima di morire Carlo V aveva, infatti, espresso il desiderio che il figlio sposasse una Nobildonna tedesca nella convinzione che la Francia potesse vincere la Guerra dei Cent’Anni, se l’Aristocrazia germanica avesse condiviso il conflitto contro l’Inghilterra.

Evran von Wildenberg scrisse nella Chronik …und der fürstliche Stamm der Durchlauchtigen Fürsten und Herren Pfalzgrafen bey Rhein und Herzoge in Baiern … (Elisabetta sposò il potente re Carlo di Francia, perché in quel momento, la Francia era molto ricca. Questo matrimonio fu anche un grande onore…)

Stefano III fu comunque prudente: non apprezzava alcune pratiche francesi ed in particolare che, prima del matrimonio, la Sposa dovesse spogliarsi davanti alle Dame di Corte per essere esaminata circa le capacità di procreare.

Su suggerimento dello zio Federico di Baviera, pertanto, incontrò nelle Fiandre i Delegati di quel trono nell'ottica della riconquista dei territori fiamminghi occupati dagli Inglesi e, nel settembre del 1383 seppur restio, accettò il fidanzamento della ormai diciassettenne figlia col Coetaneo Carlo VI, incaricando il Parente di anticipare il denaro della dote e di definire le clausole contrattuali.

Le nozze furono precedute da un’autentica parata e Stefano inviò Isabella con lo zio verso la Francia, col pretesto di un pellegrinaggio ad Amiens per onorare le reliquie di San Giovanni Battista.

Il corteo attraversò il Brabante, governato dal ramo cadetto dei Wittelsbach: il Conte locale Alberto incontrò la futura Sposa a Gennegau; dette in suo onore un sontuoso ricevimento a Bruxelles e sua moglie Margherita di Brieg la istruì sull’etichetta e sulla moda francese.

Carlo, che giungeva da Parigi per incontrarla, giunse ad Amiens il 6 luglio e, a parere del suo Valletto La Riviere, era assai emozionato: Ella, ignara del reale scopo del viaggio, arrivò il 14 e fu presentata al Re.

Fu per entrambi un coup de foudre!

Il 17 luglio del 1385 nella stessa località fu officiato il matrimonio dal Primate Jean de Roland e di lì a qualche settimana fu coniata una medaglia raffigurante due Amorini con le torce in mano, simboleggianti il fuoco dell'amore coniugale.

Il giorno successivo alle nozze Carlo lasciò Isabella per unirsi alle truppe che avevano combattuto contro gli Inglesi e conquistato il porto di Damme.

Nel frattempo Ella visitò la cattedrale cui donò un grande vassoio in argento decorato con pietre preziose e si trattenne ad Amiens fino a Natale, sotto la tutela di Bianca vedova di Filippo d’Orléans per essere formata nella lingua e nella storia del Paese di adozione.

La Coppia si ritrovò a Parigi, ove Ella fu accompagnata nella dimora reale dell'Hotel Saint-Paul, già residenza della Suocera Giovanna di Borbone.

In quei giorni fu resa nota la sua prima gravidanza e la sua partecipazione, ad inizio dell'anno nuovo, alle nozze della Cognata Caterina maritata ad otto anni a Giovanni II di Berry.

I Reali fissarono sede permanente nel palazzo di Beauté-sur-Marne.

Carlo, che stava preparando l'invasione dell'Inghilterra, si avviò con l’Esercito verso la costa della Manica mentre Isabella metteva al mondo il primogenito Carlo.

Era il 26 settembre del 1386: i festeggiamenti per la nascita del Delfino furono imponenti e gli fu Padrino di battesimo il Conte Carlo de Dammartin.

In dicembre, però, il Neonato si spense.

Per consolare la affranta Regina, il Re organizzò feste sfarzose mentre suo fratello Luigi d’Orléans si fidanzava, il 7 gennaio del 1387, con Valentina figlia di Giangaleazzo Visconti.

In luglio la Coppia si trasferì a Senlis e trascorse l’agosto a Chartres, ove in suo onore fu organizzato un concerto d'organo: meno di un anno più tardi, veniva resa nota la seconda gravidanza: Isabella restò nel castello parigino di Saint-Ouen e Carlo si dette a battute di caccia a Gisors.

Il 14 giugno del 1388 nacque Giovanna, che morì a due anni.

Il 1º maggio del 1389 i Reali parteciparono a una solenne cerimonia di iniziazione al Cavalierato dei Cugini Luigi e Carlo d'Anjou.

I festeggiamenti durarono sei giorni e Michel Pintoin scrisse nella sua cronaca …Come si è saputo per certo, l'intrattenimento ha provocato la disgrazia di un adulterio, che poi ha portato a un sacco di guai

Il Cronista non fece il nome degli Amanti, ma si è inclini a credere che alludesse ad Isabella e al Cognato Luigi, che godeva di pessima reputazione; che era considerato vizioso e dissoluto e che, come scrisse con disprezzo Thomas Basin, … andava nitrendo come un cavallo intorno alle belle donne

L’accusa, tuttavia, potrebbe essere infondata: la Regina era di nuovo incinta e si ipotizza che l’Adultera fosse Margherita di Baviera, moglie del Duca Giovanni senza paura.

Isabella mediatrice

Costretta ad assumere un'importante funzione per il mantenimento della pace in un clima di continui intrighi ed ostilità, Isabella riuscì a conciliare le diverse fazioni di Corte col suo carisma diplomatico.

Il Marito la volle responsabile della protezione e della educazione dell’Erede ma la separazione dei poteri tra il Duca d'Orléans e gli zii reali riaccese i contrasti tra le fazioni al punto che, quando i di lui disturbi mentali si intensificarono, Ella fu nominata capo del Consiglio di reggenza con potere decisionale anche sul Connestabile di Francia, così subendo gli attacchi delle varie consorterie di Palazzo.

A riprova della sua influenza, due circostanze:

la richiesta di intervento inoltrata dalla delegazione fiorentina capeggiata da Bonaccorso Pitti verso i primi anni del ‘300, circa la presa del potere milanese da parte di Gian Galeazzo Visconti al quale erano favorevoli i Duchi di Orléans e di Borgogna mentre Ella, suo fratello Ludovico e il Duca di Armagnac gli erano contrari;

l’invito di Jean Gerson dell’Università di Parigi che nel 1390 convocò un consiglio per rimuovere lo Scisma d’Occidente: i Francesi volevano che il Papa avignonese e il Papa romano abdicassero in favore di un unico Primate e ad Avignone Clemente VII apprezzò il ruolo assegnato alla Regina, i cui sforzi diplomatici furono vanificati proprio dalla di lui morte.

Il 12 gennaio del 1395 nacque Michela.

L’anno successivo Isabella avviò le trattative nuziali della figlia seienne con Riccardo II d’Inghilterra, causando tensioni tra il Duca di Borgogna e il Duca d'Orleans sfavorevole al connubio. Ella si schierò con Filippo l'Ardito e il matrimonio fu celebrato: Isabella di Valois tornò in Francia nel 1401 dopo l'assassinio del Marito e dopo il fermo rifiuto a sposare l’inglese Enrico V.

Nel 1397 nacque anche Luigi Duca di Guyenna.

L'8 settembre di quell’anno, onorando il voto materno Maria prese i voti e divenne Abbadessa di Poissy.

Nel 1398 venne al mondo Giovanni Duca di Turenne e l’anno dopo il Delfino Carlo si ammalò: …a dispetto delle preghiere in corso a Parigi e in altri luoghi, questo caro bambino, dopo due mesi di malattia grave è caduto in estrema stanchezza, il suo corpo è fatto solo da ossa ricoperte di pelle

A Parigi si sparse la voce che fosse stato avvelenato e più volte i Sudditi vollero vederlo per sincerarsi che fosse ancora vivo.

Si spense il 13 gennaio del 1401 forse di tisi e fu sepolto nella tomba reale di Saint-Denis.

La successione ricadde sul fratello minore Luigi.

Nel perdurare delle crisi mentali del Re, il Duca d'Orléans già arricchitosi come Esattore delle tasse decise di aumentarle con l’assenso della Regina; ma Filippo l’Ardito insorse minacciando di irrompere in armi su Parigi.

Ella mediò, prevenendo la guerra civile.

Quell’anno diede alla luce Caterina e dal 1402 arbitrò la montante controversia tra gli Orleanisti e i Borgognoni, assumendo il diretto controllo della Tesoreria di Stato.

Il 22 febbraio 1403 nacque Carlo Conte di Ponthieu.

L'anno successivo, morto Filippo l’Ardito, suo figlio Giovanni assunse il Ducato borgognone e continuò la lotta paterna nel tentativo di accedere al tesoro reale.

Il Duca d’Orléans credette che volesse usurpare il potere ed Isabella sodalizzò con lui per tutelare gli interessi della Corona e dei propri figli, poiché il Duca aveva oltrepassato i suoi limiti di rango quale Cugino del Re di cui l’Orléans era fratello.

Malgrado la corretta legittimità della sua posizione, i Sudditi presero a detestarla e circolò, insistente, la voce che Ella intrattenesse una relazione col cognato.

La guerra civile

Il Frate agostiniano Jacques Legrand denunciò la depravazione della Corte, imputandone ad Isabella la moda della esposizione delle spalle e del décolleté.

Parallelamente fu divulgato il pamphlet politico satirico Songe Veritable, funzionale alla propaganda borgognona per gli espliciti riferimenti al legame tra la Regina e l’Orléans che Giovanni accusò di cattiva gestione finanziaria eccitando il malessere sociale ed entrando armato in Parigi, dalla quale mise in fuga i due.

I transfughi ripararono a Melun ma il Delfino fu preso in ostaggio.

Il Duca di Berry assunse rapidamente il controllo del Consiglio Reale e Carlo VI fu abbastanza lucido da sostenere la Moglie. Il sequestro dell'Erede, tuttavia, scatenò enormi tensioni sociali e fu prodromico della guerra civile.

Il Duca d'Orléans riunì l’esercito, mentre il Borgognone aizzava la rivolta: i Parigini confermarono la fedeltà al Re; il Berry fu nominato Capitano generale e le porte della capitale furono chiuse.

In ottobre Isabella mediò ancora le controversie attraverso un’ordinanza del Consiglio di Palazzo e, su pressioni dell’Intellettuale veneziana Christine de Pizan, si raggiunse la pace; tuttavia Giovanni di Borgogna ordinò l’esecuzione del Duca d'Orléans che, il 23 novembre, fu assassinato mentre tornava alla sua dimora parigina dopo un colloquio privato con la Sovrana: gli venne mozzata la mano con cui teneva le redini del cavallo e fu colpito …a morte con spade, asce e mazze di legno...

Il suo cadavere fu abbandonato in un canale di scolo.

Giovanni dapprima negò il proprio coinvolgimento nel fatto di sangue; poi lo ammise adducendo di aver voluto salvare l'onore della Regina e di aver vendicato il presunto adulterio.

Gli zii sconvolti lo allontanarono da Parigi.

Nel marzo del 1408 Jean Petit presentò una lunga e argomentata giustificazione dell’evento, sostenendo che Luigi d'Orléans era un Despota animato da sola sete di potere; che praticava stregoneria; che aveva progettato un regicidio fratricida al Ballo degli Ardenti; che Giovanni aveva solo difeso il Re e la Monarchia.

Preda di un’altra delle sue ricorrenti crisi, Carlo graziò il Cugino cui, poi, revocò il perdono nel successivo settembre.

Esplosero nuovi fermenti e per proteggere il Delfino Luigi, Isabella si spostò a Melun.

All’inizio del nuovo anno, sempre più vacillante, il Re firmò un'ordinanza che assegnava al figlio tredicenne il potere di governo in assenza della Regina, la cui principale preoccupazione doveva essere la sua sicurezza e la formazione al ruolo reale: sulla base di tali obiettivi si schierò con i Borgognoni tra il 1409-1413 e con gli Orleanisti dal 1413 a 1415, accentrando sempre su di sé forti critiche per la politica ondivaga.

Nel marzo del 1409 Giovanni fu reintegrato nel Consiglio, a margine di una pubblica riconciliazione nella cattedrale di Chartres con Carlo, figlio della sua vittima.

La faida, tuttavia, continuò: sposando la figlia del Duca d’Armagnac Costui si posizionò apertamente contro i Borgognoni.

Nel dicembre dello stesso anno Isabella conferì la tutela del Delfino al Duca di Borgogna che de jure e de facto assunse il controllo della Francia e fu osannato dai Sudditi per la opposizione alla voracità fiscale imposta a suo tempo da Isabella e dal Duca d'Orléans.

Il clima di contrapposizioni si intensificò: gli Armagnacchi insorsero e nell'autunno del 1410 marciarono su Parigi per sottrarre l’Erede dall'influenza del Duca.

Tutti i membri della Università di Parigi, a partire da Jean Gerson, chiesero le dimissioni dell’intero Consiglio reale.

Per allentare le tensioni, nel 1409 fu organizzato un doppio matrimonio: Michela di Valois e il Delfino Luigi sposarono rispettivamente Filippo e Margherita, figli del Duca di Borgogna.

Prima delle nozze Isabella convenne un trattato con Giovanni, definendovi la gerarchia familiare e la sua posizione circa il trono.

La guerra

Malgrado ogni sforzo per la pace, la guerra civile fu ineludibile: i Borgognoni avevano il controllo di Parigi e l'appoggio dei grandi centri del Nord; gli Armagnacchi contavano sul sostegno delle fasce rurali e dell’intero Sud.

Inizialmente Giovanni di Borgogna mantenne ruolo egemone e non intervenne quando tra maggio e luglio del 1413, nella capitale scoppiarono i disordini animati dallo Scuoiatore Simon Caboche: Macellai e Conciapelli saccheggiarono e arrestarono per malversazione Personaggi anche vicini alla Corte.

Isabella, da principio sodale del Duca di Borgogna, si schierò con Carlo d'Orléans che aveva negato i fondi del Tesoro reale ai membri della famiglia al potere.

Ai primi di agosto, il Magistrato filoarmagnacco Giovanni Jouvenel si pose alla testa di un movimento di reazione promettendo un’amnistia generale e guadagnando alla sua causa la maggioranza dei Sudditi.

A settembre il Duca d'Orléans assunse il controllo della capitale; rimise in carica i Funzionari deposti e iniziò a perseguitare i Ribelli dell'estate precedente.

Il Duca di Borgogna fuggì a Lilla, ma nel febbraio del 1414 con una rilevante scorta si presentò sotto le mura parigine: gli fu irrogato il bando e negato l’accesso.

Profittando della guerra civile in corso, Enrico V d’Inghilterra invase la costa Nord/Ovest francese e nel 1415 combatté vittoriosamente la epica battaglia di Azincourt, nella quale perse la vita quasi un'intera generazione di Capi militari.

Il borgognone Giovanni, ancora in conflitto con gli Armagnacchi, si tenne neutrale mentre gli Inglesi conquistavano la Francia settentrionale.

Il 18 dicembre 1415 il diciottenne Delfino Luigi morì lasciando alla madre un vago ruolo politico.

Il titolo ereditario passò al fratello diciassettenne e filoborgognone Giovanni di Turenne che era stato formato ed istruito fin da bambino dal Duca Guglielmo di Baviera e ne aveva sposato la figlia Giacomina di Hainaut.

Parigi era in fiamme e saccheggiata dai Borgognoni reagiva al nuovo inasprimento fiscale disposto dal Conte Bernardo VII d’Armagnac.

Nel frattempo, in una fase di lucidità Carlo VI esautorò il Connestabile.

Nel 1417 Enrico V invase la Normandia e nell’aprile di quell’anno anche il Delfino Giovanni morì di mastoidite.

La successione ricadde sul sesto e ultimo figlio di Isabella: il quattordicenne Carlo, cresciuto alla Corte angioina e incline agli Armagnacchi che deportarono la Regina a Tours; le confiscarono tutti i beni; la separarono dai figli e dalle Dame di Corte.

Fu liberata in novembre dal Duca di Borgogna, che ne negoziò il rilascio per avvalersi del potere di cui ancora Ella disponeva e che la indusse a mantenere l’alleanza con i Borgognoni da allora e fino al Trattato di Troyes.

In un primo momento Ella fu Reggente unica ma nel gennaio 1418 condivise l’incarico con lui: insieme abolirono il Parlamento e il 28 maggio Giovanni si assicurò il controllo di Parigi.

In occasione poi dell’assassinio del Duca d'Armagnac il Delfino fuggì dalla città e rifiutò l'invito della madre ad unirsi a Lei, entrata nella capitale il 14 luglio.

Il giovane Erede negoziò una tregua con Giovanni a Pouilly e gli chiese un incontro privato per il 10 settembre del 1419 a Montereau: una volta in sito, a tradimento lo fece uccidere.

Per questo delitto, il Re/Padre lo diseredò mentre insistenti si facevano le voci riferite alla sua legittimità: Carlo VII era davvero figlio di Carlo VI?

Il Trattato di Troyes

Nel 1419 Enrico V occupò gran parte della Normandia e chiese il giuramento di fedeltà alla Comunità.

Il suo Alleato Duca di Borgogna Filippo il Buono esercitò vive pressioni su Isabella, che si tenne fedele alle indicazioni coniugali.

Nel 1420 il Sovrano inglese le inviò un Delegato e, dopo il colloquio, Ella cedette …a quello che doveva essere un argomento persuasivo posto dal messaggero di Enrico V... : il Regno di Francia era privo di Eredi al trono, da quando Carlo aveva delegittimato il figlio facendogli carico di aver impedito la pace civile attraverso l’omicidio del Duca di Borgogna e accusandolo di un …crimine orribile e spaventoso … che lo aveva …reso indegno di succedere al trono e di qualsiasi altro titolo…

Carlo d'Orléans, erede di diritto secondo la legge salica, era stato catturato ad Azincourt e, in assenza di un Successore ufficiale, Isabella accompagnò il Marito alla firma del Trattato di Troyes.

Era il maggio del 1420.

La malattia mentale impedì al Re di apparire di persona alla firma dell’atto e fu Ella stessa a sostituirlo, di fatto assumendosi la responsabilità di avere ceduto la Francia ad un Inglese.

Si disse per secoli che il Trattato confermava l'illegittimità del Delfino, ma di fatto sanciva il principio di una doppia monarchia; ovvero: seppur governati da una unica Dinastia, i due Paesi sarebbero restati separati sul piano politico, economico e amministrativo.

Enrico V, che nel frattempo aveva sposato Caterina di Valois, figlia dei Reali francesi, avrebbe mantenuto i territori conquistati in Normandia; governato la Francia col Duca di Borgogna; occupato il trono alla morte di Carlo VI.

Gli ultimi anni

Nel luglio del 1422 Isabella perse la figlia Michela, sposata ai Filippo III di Borgogna.

Il mese successivo morì di tifo a soli trentasei anni Enrico V d'Inghilterra.

Ad ottobre si spense anche Carlo VI.

Secondo i termini del trattato di Troyes, il figlio di Enrico V e Caterina: Enrico VI, fu proclamato Re di Francia sotto reggenza e tutela del Duca di Bedford.

Circolarono allora altre dicerie circa la promiscuità di Corte, col chiaro intento di supportare la propaganda destinata a garantire la presa di potere inglese sulla Corona e fu pubblicato un pamphlet intitolato Pastorelet, raffigurante Isabella e Luigi d'Orléans come Amanti.

Nel 1429, infine, quando Isabella viveva nella Parigi occupata dagli Inglesi, fu rilanciata voce che Carlo VII non fosse figlio di Carlo VI e, a sostegno della Inghilterra, si pose l’accento sui due pretendenti al trono: il giovane Enrico VI e il Diseredato.

Fu in questa fase che nel mese di marzo a Chinon Jeanne d’Arc, sospettata a sua volta di essere figlia illegittima di Isabella e di Luigi d’Orléans, lo indicò legittimo erede al soglio di Francia per volontà di Dio. La maldicenza non aveva comunque alcun fondamento: la Pulzella era nata anni dopo la morte del Duca.

Si accusò Isabella anche dell'uccisione dei precedenti Delfini e dei tentativi di avvelenamento degli altri figli, fornendo di Lei l’immagine di una donna dissoluta, malvagia e corrotta.

Priva ormai di influenza politica, Ella si ritirò nel palazzo di Saint-Pol con la cognata Caterina d’Alencon e con le Dame di compagnia Amelie von Orthenburg e Madame de Moy spegnendosi il 24 settembre del 1435.

Le sue spoglie furono inumate nella Basilica di Saint-Denis accanto a quelle del Coniuge.

Per secoli descritta cattiva; lussuriosa; adultera incestuosa; intrigante e responsabile della guerra civile e del Trattato di Troyes, oggi è rivisitata da un gran numero di documenti amministrativi che la indicano Vittima di pregiudizi e pettegolezzi: l’approfondimento degli studi ha stabilito infondate molte delle accuse, a partire da quella di una relazione adulterina col Cognato.

Discendenza

Carlo e Isabella ebbero dodici figli:

Carlo, nato il 26 settembre 1386 morto nel dicembre del 1386;

Giovanna, nata il 14 giugno del 1388 e morta nel 1390;

Isabella, nata il 9 novembre del 1389 e morta il settembre del 1409 dopo aver sposato in prime nozze Riccardo II d’Inghilterra e in seconde Carlo Duca d’Orléans;

Giovanna, nata il 24 gennaio del 1391 e morta il 27 settembre del 1433, coniugata a Giovanni VI di Bretagna;

Carlo, nato il 6 febbraio del 1392 e morto il 13 gennaio del 1401;

Maria, nata il 24 agosto del 1393 e morta il 19 agosto del 1438: Abbadessa di Poissy;

Michela, nata l‘11 gennaio del 1395 e morta l’8 luglio del 1422: Moglie di Filippo III Duca di Borgogna.

Luigi, nato il 22 gennaio del 1397 e morto il 18 dicembre del 1415, dopo il matrimonio con Margherita di Borgogna;

Giovanni, nato il 31 agosto del 1398 e morto il 4 aprile del 1417: aveva impalmato Giacoma di Hainaut;

Caterina, nata il 27 ottobre del 1401; morta il 3 gennaio del 1437 e maritata ad Enrico V d’Inghilterra e poi ad Owen Tudor;

Carlo, nato il 22 febbraio del 1403 e morto il 21 luglio del 1461: Re di Francia e Coniuge di Maria d’Anjou;

Filippo, nato e morto il 10 novembre del 1407.

Dall’Amante Odette de Champdivers, il Sovrano ebbe Margherita, detta Bastarda di Francia.

Bibliografia

T. Adams: The Life and Afterlife of Isabeau of Bavaria

M.V. Clin: Isabeau de Bavière la reine calomniée,

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