Febbraio 5, 2024

Carlo IV di Lussemburgo 

E’ ancora ritenuto uno dei più grandi Statisti europei del tempo per la forte personalità; il talento diplomatico; la spiccata cultura ed il mecenatismo.

Figlio del Re di Boemia Giovanni di Lussemburgo detto il Cieco e di Eliška Prĕmyslovna, secondogenita di Venceslao Prĕmysl, nacque a Praga il 14 maggio del 1316 e, battezzato da Carlo IV di Francia, crebbe a Parigi dal 1323 al 1331 ricevendovi una solida istruzione: parlava correttamente latino, tedesco, ceco, francese ed italiano.

Proprio nel 1331 seguì in Italia il Padre che, osteggiato dai Comuni e dal Regno di Sicilia, aspirava a stabilirvi un centro di potere dinastico.

Il rapporto col Genitore fu sostanzialmente conflittuale: se Costui vantava un carattere cavalleresco ma imprudente, il Figlio era riflessivo e conciliante.

E fu, infatti, sensibile Mediatore; intervenne in situazioni complesse cui fornì soluzioni di compromesso, spesso anche attraverso il ricorso alla politica matrimoniale; perseguì, nell’Europa influenzata dal trasferimento dei Papi ad Avignone, l’obiettivo di riportarli a Roma; fu il Personaggio più potente del mondo di allora.

Fu Re dei Romani dal 1346 al 1378; Imperatore del Sacro Romano Impero dal 1355 al 1378; Sovrano di Boemia dal 1346 al 1378 e Conte di Lussemburgo dal 1346 al 1353.

Nel 1333 tornò stabilmente in terra boema e l’anno successivo divenne Margravio di Moravia riuscendo ad imporre le proprie ragioni nel conflitto che oppose l’Aristocrazia locale a suo Padre.

Nel 1335 partecipò alla stesura del trattato tra la Boemia, la Polonia e l’Ungheria.

Infine fiancheggiò il Genitore nella crociata lituana.

L'8 giugno 1341 Giovanni, ormai cieco, gli trasmise il Regno e abbandonò la Politica.

In quella stessa fase, fomentata da Baldovino di Lussemburgo e da Clemente VI, già Amico personale di Carlo, s’inaspriva la tensione tra Ludovico il Bavaro e i suoi Nemici nell’Impero.

Pertanto, egli fu eletto Antiré ed incoronato a Bonn il 26 novembre del 1346: ottenuto il consenso papale alla consacrazione, fu confermato il 17 giugno del 1349 a Francoforte.

Nel successivo agosto il Genitore perse la vita nella Battaglia di Crécy ed Egli, che pur vi aveva combattuto ma che per ragioni ignote aveva abbandonato il campo, il 2 settembre del 1347 fu incoronato Re di Boemia.

Ludovico il Bavaro morì poco più tardi.

Non vi fu conflitto, ma nel 1349 fu eletto Re dei Romani Günter von Schwarzburg.

Costui, nato verso il 1304 da Enrico VII Conte di Schwarzburg e Christine von Gleichen, si era distinto come Diplomatico al servizio dell’Imperatore, alla cui morte ebbe offerto il trono appena rifiutato da Edoardo III d‘Inghilterra.

Fu designato nel monastero domenicano di Francoforte il 30 gennaio del 1349 dai Sostenitori della casa di Wittelsbach ostili a Carlo: il Margravio Luigi di Brandeburgo; il Duca di Sassonia; l’Elettore Palatino Heinrich von Virneberg.

Günther giustificò la propria legittimità assumendo che, a differenza del Rivale eletto a Bonn, egli era stato designato “nel posto giusto".

L’Antagonista, tuttavia, lo sconfisse nella battaglia di Eltville e, gravemente ammalato, Günther rinunciò alle proprie pretese in cambio di ventimila marchi d'argento, spegnendosi forse di peste tre settimane più tardi nel convento di Johanniter.

Nel 1348 Carlo giunse ad un accordo con gli Asburgo e nel 1350 con i Wittelsbasc.

In quel periodo il morbo mortale raggiungeva il suo apice; spopolava interi centri; uccideva un terzo degli Abitanti d'Europa ed il Popolo, smanioso di un capro espiatorio, imputò agli Ebrei la diffusione del contagio: per ragioni di opportunità il Sovrano preferì assicurarsi la lealtà delle città nelle quali i Pogrom ebbero luogo, piuttosto che rispettare i doveri reali.

Fra il 1354 e il 1355, scortato da un modesto Esercito, scese in Italia e, nel corso del viaggio, investì gli eredi di Spinetta Malaspina il Grande, ovvero Gabriele; Guglielmo e Galeotto, del titolo di Marchesi di Fosdinovo sancendo il trasferimento della sede vicariale da San Miniato.

Fattosi poi incoronare Re d’Italia, il 5 aprile a Roma ricevette dal Legato papale Pierre Betrand la tiara imperiale ma lasciò la penisola senza riuscire a porvi ordine politico; traendo il solo vantaggio dell’incasso di cospicui compensi versatigli da vari Comuni ed ottenendo la consacrazione imperiale senza spargimento di sangue.

Nel viaggio di ritorno portò seco un gran numero di prestigiose reliquie: Padova gli cedette la testa di San Luca; Feltre quella di San Vittore; Pavia le ossa di San Vito e il suo atteggiamento nei confronti della Chiesa fu tale che Guglielmo di Ockham lo definì Rex clericorum.

Anche la seconda spedizione italiana non ebbe esiti rilevanti: condotta fra il 1368 e il 1369, puntava ad ottenere il ritorno di Urbano V da Avignone a Roma.

Ancora quel viaggio si risolse nel solo incameramento di ingenti somme comunali in cambio di privilegi che non interferirono nelle vicende locali ed in cambio del conferimento a Lucca del titolo di Città libera dell’Impero, spianandole la via alla istituzione repubblicana.

In definitiva, rinunciando all’ecumenismo politico del nonno Enrico VII, Carlo si accontentò del rafforzamento dinastico e del riconoscimento del proprio ruolo da parte di Milano e Firenze non ostacolando l’espansionismo francese.

Anzi: egli ricusò la signoria imperiale su Avignone e nel 1378 si astenne dall’assumere il Vicariato imperiale sulla Borgogna per evitare spiacevoli intromissioni che non impedirono, nel 1361, di accorpare all’Impero Ginevra e la Savoia.

La Bolla d'oro

Nel 1354 era morto lo zio ed Alleato Baldovino di Lussemburgo.

Faticosamente Carlo emanò la Bolla d’Oro del 1356: essa regolava anche la procedura elettorale dell’Imperatore, fissando numero e nome dei quattro Principi laici, ovvero il Duca di Sassonia; il Conte palatino del Reno; il Margravio del Brandeburgo e il Re di Polonia, e di tre Ecclesiastici, ovvero i Primati di Treviri; Colonia e Magonza delegati alla elezione del Re dei Romani: carica automaticamente connessa a quella imperiale.

La Bolla, che sostituiva le consuetudini con precise norme, divenne un fondamento costituzionale ed ebbe vigenza fino al 1806.

Fu un successo di Carlo o il riuscito tentativo dei Principi Elettori di arginarne l’egemonia?

Effetto di rilievo dell’atto fu certamente il ridimensionamento delle pretese universalistiche in precedenza connesse alla corona imperiale, per il cui conferimento non fu più necessaria l'approvazione papale e, peraltro, fu abolito anche il diritto del Papa al vicariato imperiale.

Il primogenito di Carlo, ovvero Venceslao, dal 1363 Re di Boemia, fu eletto Re dei Romani il 10 giugno del 1376: Carlo, ancora in vita, riuscì ad imporne l'elezione anche se costretto a pagare il voto degli altri Principi Elettori.

Fino al tracollo dell’Impero, la successione dinastica dei Lussemburgo prima e degli Asburgo dopo fu interrotta dalla sola elezione dei Wittelsbach Ruperto e Carlo VII.

L’illuminato Sovrano manifestò particolare attenzione alla Lega anseatica e nel 1375 fu il primo Imperatore a recarsi a Lubecca dopo Federico I di Hohenstaufen.

Carlo morì nell’anno dello Scisma d’Occidente: per la sua aperta dedizione alla fede, eluse sempre conflitti col Papato e anche di fronte al traumatico evento restò fedele alla Chiesa di Roma.

Sovrano di Boemia

Nel 1344, la Diocesi di Praga fu elevata a sede arcivescovile: Carlo avviò la costruzione della Cattedrale di San Vito e nel 1348 fondò l’Università carolina, ovvero la più antica della Repubblica ceca ovvero la Karlova Univerzita; abbellì la città con la costruzione del ponte a lui intestato; realizzò fortificazioni a sostegno della Città Nuova e dotò il castello di Karlstein degli affreschi gotici realizzati da Teodorico.

Fu, in sostanza, il Regista dell’âge d'or de la Bohême !.

Durante il suo governo spiccò anche per il mecenatismo ospitando a Praga Artisti di fama europea che realizzarono miniature e dipinti su legno, come Nicolas Wurmser, ed ebbe stretti rapporti con Francesco Petrarca, che accolse nell'estate del 1356 e che, riferendosi a Praga, scrisse: …Ego vero nichil barbarum minus, nichil humanum magis profiteor me vidisse quam Cesarem et aliquot circa eum summos viros, [...] mites et affabiles, etiam si Athenis athicis nati essent… (Familares XXI, 1), ovvero: …Confesso di non aver mai veduto niente di meno barbaro, niente di più civile di Cesare e di alcuni di quei sommi uomini intorno a lui, [...] cortesi e affabili come se fossero nati in Atene attica…

Carlo rese Praga caput regnii e uno dei più importanti centri culturali e spirituali del tempo.

La sua Cancelleria curò l'evoluzione della lingua tedesca e si adoperò per il miglioramento della amministrazione imperiale.

Annesse, infine, la Slesia alla Boemia col Trattato di Namslau del 1348 malgrado la Maiestas Carolina fallisse a fronte all'opposizione della Nobiltà locale.

Egli fu e resta il Sovrano più popolare e amato nell'odierna Repubblica Ceca.

Politica dinastica

Carlo ebbe ottime capacità di consolidamento della propria Dinastia: si garantì il controllo definitivo della Slesia nel 1368 e cinque anni più tardi ottenne il potere nel Brandeburgo, assicurando alla casata un secondo voto nel collegio dei Principi Elettori.

Le nozze del figlio Sigismondo con l'erede di Ludovico I d’Ungheria, infine, garantirono ai Lussemburgo anche quel regno.

Non riuscì, per contro, a prendere la Polonia.

La morte

Alla sua morte, il corpo restò esposto per undici giorni nel Castello di Praga e le cerimonie funerarie durarono quattro giorni, durante i quali esso fu trasportato attraverso la città e omaggiato da oltre settemila persone.

Poi, ancora per due giorni, le spoglie furono alloggiate e salutate nel convento di San Giacomo e nella Chiesa della Vergine Maria.

I funerali solenni furono officiati dal Primate di Praga e sette Vescovi.

Discendenza

Carlo si sposò quattro volte.

Dalle prime nozze con Bianca di Valois, sorellastra di Filippo VI di Francia, ebbe tre figli:

un maschio nato nel 1334; Margherita andata poi sposa a Luigi I d’Ungheria e Caterina, impalmata da Rodolfo IV d’Asburgo.

Dal matrimonio con Anna di Baviera nacque Venceslao.

Dal connubio contratto nel 1353 con Anna di Schweidnitz nacquero: il prediletto e secondo Venceslao, suo Erede come Imperatore e Re di Boemia; Elisabetta, maritata ad Alberto III d’Asburgo e un bambino nato e morto nell'11 luglio del 1362.

Dalla quarta unione con Elisabetta di Pomerania vennero al mondo: Anna, sposa di Riccardo II d’Inghilterra; Sigismondo, Imperatore, Sovrano di Boemia e Ungheria e Margravio di Brandeburgo; Giovanni, Margravio di Moravia e Duca di Görlitz; Margherita, moglie del Burgravio Giovanni III di Norimberga; Enrico che visse un solo anno.

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